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«Una rapina su una scala mai vista»: 140 dalla Conferenza di Berlino

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Chidi Anselm Odinkalu e Chepkorir Sambu su African Arguments parlano della Conferenza di Berlino del 1884.

La Conferenza di Berlino (nata da un’idea di Otto von Bismarck) fu un accordo fra le potenze europee per regolare il commercio europe in Africa e i possedimenti e rivendicazioni delle stesse potenze nell’entroterra. La Conferenza di Berlino — a cui il Regno d’Italia prese parte solo come stato osservatore — sancì l’inizio della «Corsa per l’Africa», cioè l’accaparrarsi di terre e concessioni sempre più all’interno del continente africano.

Odinkalu e Sambu notano come le mire sull’Africa vennero sia ammantate ma anche furono conseguenza della misera considerazione degli autoctoni, considerati poco più che selvaggi:

In primo luogo, come è evidente dalle clausole di Otto von Bismarck, gli obiettivi e i risultati della conferenza hanno infantilizzato l’Africa e i suoi popoli nel migliore dei casi. Inoltre, ha dato origine a una disposizione che probabilmente ha abituato il mondo a considerare il continente come privo di potere e i suoi territori come privi di storia o di civiltà prima dell’occupazione seguita alla Conferenza di Berlino. Queste idee sarebbero state successivamente incarnate nella dottrina, nella giurisprudenza e nel diritto dei trattati. Il Judicial Committee of the Privy Council, come si chiamava il più alto tribunale del Regno Unito per i suoi territori coloniali e protettorati, ad esempio, stabilì nel 1918 che i territori africani erano «così bassi nella scala dell’organizzazione sociale che i loro usi e le loro concezioni dei diritti e dei doveri non sono conciliabili con le istituzioni o le idee legali della società civilizzata».

Le ripercussioni di questo (nei fatti) enorme e continuo protettorato si vedono ancora oggi. L’Africa centrale vive continue crisi politiche, che derivano secondo gli autori da due menomazioni: la prima è la mancanza di legittimità statuale, la seconda è mancanza di legittimità di governo. In entrambi i casi (i confini tracciati a Berlino, la gestione del potere politico in mano agli europei o a rappresentanti fantoccio) le radici di questi problemi si possono ricondurre alla visione del mondo che permeò e permise la Conferenza di Berlino.


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