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Vecchio Cinema Tarantino

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Su suggerimento di @Ergosfera

Il nuovo film di Quentin Tarantino è molto atteso, come tutti i film del regista, ma stavolta porta con sè quella che potremmo considerare un’esperienza completa (con annessi preludio musicale, libretto di sala e formato speciale per chi lo vedrà in alcune sale selezionate), e su Rivista Studio Mattia Carzaniga lo usa come pretesto per discutere il nuovo ruolo assunto dai film “speciali” considerati come eventi da fruire in una maniera diversa, anch’essa speciale.

Ha senso se si colloca la trovata analogica di The Hateful Eight in un solco che da tempo sta cambiando la percezione che il grande pubblico ha dell’andare al cinema. Voi c’avete Sky (o i torrent piratati), noi vi offriamo un’altra cosa, sembrano dire questi templi del cinema-come-una-volta. Prima è venuto il 3D, poi non bastava più, ci voleva quello strafigo che solo James Cameron conosce, e l’Imax, e il 4K, e mica tutte le sale possono permetterselo, quindi se vai a vedere Star Wars nel cinema sotto casa solo perché è più comodo, ecco, sei uno sfigato. La generazione dei nativi (o pre-nativi) digitali ha ripreso a dire quello che non andava più affermando da un pezzo, ha smesso di accontentarsi di uno screener decente anche se non in alta definizione e di sottotitoli improvvisati ma pur sempre più digeribili del doppiaggio: «Ho visto che si trova anche online, ma Mad Max: Fury Road va assolutamente visto al cinema». Oggi il “va visto al cinema” è di moda al pari di Netflix: la Generazione Pulp Fiction ha sancito che bisogna far convivere la comodità (e l’economia) del bingewatching sul divano con i piani sequenza di Iñárritu solo ed esclusivamente su schermo ad hoc.

Immagine da Wikimedia Commons.

 


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