Su suggerimento di @Spi.
Uno studio coordinato tra ingegneri di Stanford, Beihang e Shenzhen ha scoperto in modo del tutto inaspettato che alcune razze di comuni vermi, normalmente considerati infestanti perché attaccano e si nutrono delle nostre risorse alimentari, possono sopravvivere mangiando (rifiuti) plastici. I primi esperimenti coinvolgono lo “Styrofoam” (il materiale con cui sono normalmente costruiti dei bicchieri di consistenza simile al polistirene, molto diffusi negli Stati Uniti). Sono in corso sperimentazioni su materiali ancora più interessanti (perché considerati inquinanti e di difficile biodegradabilità) come il polietilene, usato per produrre sacchetti dell’immondizia.
Forse ancor più interessante è che non solo i vermi che si nutrono esclusivamente di plastica sembrano in uno stato di salute indistinguibile da quelli che seguono una dieta “normale” (è attualmente allo studio il possibile effetto sui predatori di tali vermi), ma gli escrementi solidi prodotti sembrano essere adeguati a fecondare normalmente il suolo.
Ulteriori sviluppi della ricerca in programma riguardano lo sviluppo di enzimi per degradare la plastica e se sia possibile adeguare la tecnica negli oceani, dove il nuovo “continente di plastica” è la causa della morte di innumerevoli uccelli e specie marine.
Come spesso accade nella scienza, la scoperta non è comunque del tutto nuova. Si tratta del primo articolo scientifico che dà una prova di questo processo, che era però già stato scoperto 6 anni fa da una liceale 16enne di Taiwan. Il progetto era stato premiato con 5000$ come vincitore all’Intel International Science and Engineering Fair.
Immagine da flickr.
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