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Volo MH370, il più grande mistero dei cieli

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Il Boeing di Malaysia Airlines sparì l’8 marzo 2014 con 239 persone a bordo. Il gesto del comandante, la telefonata riservata tra i premier e quel tonfo registrato in mezzo all’oceano.
Nove anni di segreti e coperture. Un’inchiesta del Corriere di Leonard Berberi.

«Volo MH370, vi prego confermate di aver ricevuto il messaggio». Alle 2.41 nella notte asiatica, l’8 marzo 2014, dal centro operativo di Malaysia Airlines provano per l’ultima volta a mettersi in contatto con il Boeing 777-200ER decollato un paio d’ore prima da Kuala Lumpur e diretto a Pechino con 227 passeggeri e 12 membri dell’equipaggio. Il velivolo dopo il decollo non ha mai parlato con la torre di controllo successiva e ha fatto perdere le sue tracce radar. Quel messaggio, quasi disperato, è al suo quarto tentativo di invio sulle frequenze riservate. Ma non viene mai recapitato. Qualcuno, all’interno della cabina, ha disattivato tutti gli strumenti per le comunicazioni con il mondo esterno. Dando così inizio al più grande mistero dei cieli. La scomparsa di un cilindro di metallo lungo 64 metri pieno di cavi, sensori e trasmettitori in un pianeta circondato di satelliti.


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