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9 luoghi raccontano la schiavitù

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Oggi BraveART si occupa di monumenti storici che sono lì a ricordarci la tragedia di un continente la cui popolazione ha subito la vergognosa tratta di esseri umani attraverso l’Atlantico, durata più di tre secoli.
La schiavitù raccontata attraverso luoghi e monumenti è infatti il tema di un articolo uscito lo scorso anno sulle pagine del National Geographic a firma Nneka Okona. Nove luoghi simbolici sono stati infatti scelti per il ruolo cruciale che hanno avuto nella tratta transatlantica degli schiavi.

Circa 400 anni fa, i primi schiavi africani iniziarono ad arrivare nella Virginia coloniale. Ma l’impatto della schiavitù si fece sentire ben oltre le colonie originali: la tratta atlantica degli schiavi africani, attiva tra il 1525 e il 1866, prelevò forzatamente 12,5 milioni di persone, prevalentemente dall’Africa centrale e occidentale per ridistribuirle in America, Europa e nei Caraibi.

Il Centro storico di Salvador de Bahia (Stato di Bahia, Brasile), Cape Coast Castle (Cape Coast, Ghana), Le Morne Brabant (Mauritius), Gadsden’s Wharf (Charleston, Carolina del Sud), Isola di Gorée (Dakar, Senegal), La Città Mercantile Marittima di Liverpool (Inghilterra, Regno Unito), Cais do Valongo (Rio de Janeiro, Brasile), Palazzi reali di Abomey (Benin), Monticello (Charlottesville, Virginia) sono le tappe di una sorta di piccolo giro del mondo del dolore, che apre a una riflessione sulle loro origini e su come questi monumenti vengano interpretati oggi, alla luce della nostra maggiore consapevolezza sul tema della schiavitù.

Si va dal centro di Salvador de Bahia, che intorno alla metà del 1500 diventò uno dei primi mercati di schiavi nelle Americhe, al Cape Coast Castle,  celebre castello sulla costa del Ghana e cuore della tratta degli schiavi, che qui venivano imprigionati. Per proseguire a Le Morne Brabant alle Mauritius, rifugio di tanti fuggitivi. Non può mancare in questa rassegna il Porto di Charleston, sul cui molo verrà costruito un museo.

Il Senegal è ricordato per la Casa degli schiavi, collocata su un’isola al largo delle sue coste, ultimo scampolo di Africa per tanti disperati.

Gorée, un’isoletta al largo della costa del Senegal, è stata il principale centro del commercio degli schiavi sulla costa occidentale dell’Africa tra il XV e il XIX secolo. La Maison des Esclaves (Casa degli schiavi), un imponente edificio rosso costruito sull’isola nel 1786, rappresenta l’ultimo punto di uscita per gli schiavi africani.

Liverpool è presente nell’elenco in quanto  centro nevralgico delle tratta degli schiavi e porto sicuro per le navi negriere, così come Cais do Valongo a Rio de Janeiro, principale punto di arrivo e commercio degli schiavi africani in Brasile. Infine vengono presentati i Palazzi reali di Abomey (Benin), sede di uno dei regni più potenti della costa occidentale dell’Africa, per terminare con Monticello, la tenuta di Thomas Jefferson a Charlottesville in Virginia, che andava avanti grazie al lavoro di centinaia di persone ridotte in schiavitù.


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