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George Hunter: capturing Canadian industries

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CHPF ha dedicato alcuni articoli alla figura di George Hunter, un fotografo documentarista canadese che ha trascorso sette decenni a immortalare su pellicola industrie e paesaggi. Sul sito del Canadian Photo Archive (CHPF) presentano la collezione dedicata al fotografo, scomparso nel 2013, attraverso una breve biografia dell’artista:

Nato a Regina, nel Saskatchewan, nel 1921, George Hunter è stato un fotografo documentarista canadese che ha dedicato la sua vita a catturare l’attività industriale canadese, il paesaggio agricolo e rurale, la diversità culturale e il ricco patrimonio attraverso immagini mozzafiato. Durante la sua vita, George ha viaggiato attraverso il Canada più di cento volte, durante le quali ha fotografato le vaste distese geografiche del Canada, le sue frontiere bucoliche, il suo boom industriale, la diversità culturale della sua gente e il calore delle sue famiglie. Per lui, la portata di un’opportunità fotografica non doveva mai essere compromessa da fattori limitanti. La sua integrità artistica trattava allo stesso modo ogni incarico, sia che si trattasse di un incarico importante o di uno banale.

Sempre su CHPF un articolo è dedicato alla fotografia industriale di George Hunter:

Utilizzando la fotografia di George Hunter, speriamo di raccontare le storie di varie aziende canadesi che sono fiorite o sono crollate durante la seconda metà del XX secolo, e a nostra volta speriamo di esplorare sia il loro significato che il panorama industriale in continua evoluzione in Canada. Scattate da un mare all’altro, da Terranova alla Columbia Britannica, queste immagini mostrano un tempo che è diverso da oggi, ma che ha reso possibile l’oggi.

Infine CHPF documenta in un pezzo il lavoro di Hunter nei frequenti viaggi che faceva all’estero, uno sguardo sul mondo da parte di un fotografo così importante per il Canada:

George Hunter è stato forse uno dei fotografi canadesi che hanno viaggiato di più. Sia che lavorasse per grandi aziende come Alcan, Falconbridge, Noranda, The Royal Bank o che scattasse fotografie per l’industria dei viaggi, George poteva vantarsi di avere immagini provenienti da oltre 100 paesi.

Anche il Magazine Maclean’s traccia un profilo di Hunter nella sua rubrica culturale e racconta delle molte avventure vissute dal fotografo durante i suoi viaggi:

In addition to his exhaustive travels within Canada, he can boast of having visited 135 countries during his career, and has tales that would inspire envy in Indiana Jones. He’s talked his way onto the last plane out of Afghanistan before the Soviet invasion, shot footage in Nova Scotia’s Westray coal mine days before it exploded, and survived several small plane-related incidents, the most notorious of which involves him nearly falling to his death over Edmonton. “That looks like hell in print,” he says, objecting to the term ‘falling.’ “I’m not that stupid that I go falling out of airplanes. I was thrown out!” As Hunter tells it, he was leaning out the door of a rented Aeronca plane to get some “fresh air.” Without warning, the pilot abruptly dove and banked to the left in an effort to avoid a bird strike, surprising Hunter and lifting him out of his seat. “When he hit the stick, my camera hit the safety belt buckle and unfastened it, and I went right out,” says Hunter. “Thank God the plane had double struts, because had it been a Cessna I wouldn’t be here right now.” One hand clenched stubbornly around the camera, he hung precariously under the wing while the pilot tried vainly to communicate with him through the rush of the slipstream. Indicating that he intended to land, Hunter repeatedly shook his head, motioning that he wanted back in.


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