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Le «stampe miniate» di William Blake

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Simone Sbarbati su Frizzifrizzi parla di William Blake artista e stampatore.

Chi di noi non conosce William Blake dalle antologie di inglese e dalle raccolte di poesia?

Hear the voice of the Bard,
Who present, past, and future, sees;
Whose ears have heard
The Holy Word
That walked among the ancient trees.

Blake non era solo poeta. Forse qualcuno conosce il Blake pittore, visto in qualche mostra o monografia dedicata all’artista. Un Blake sconosciuto ai più è quello di incisore e stampatore.

Il poeta era convinto dell’unitarietà della sua arte e per questo voleva fare tutto da solo: componeva le poesie, le scriveva in bella grafia e le affiancava a dei disegni o quadri che erano sempre opera sua.

Per produrre delle opere in serie (come dei libri) aveva bisogno di un processo industriale. Era insoddisfatto delle soluzioni dell’epoca: riteneva il pennello (o la penna d’oca) più naturale da usare della sgorbia e non voleva affidarsi a collaboratori per quanto riguardava la produzione artistica. Ecco quindi l’invenizone della «stampa miniata»:

Questa sorte, in parte, è toccata anche a Blake, sia per quanto riguarda la sua attività di poeta e pensatore, sia per quella di pittore e illustratore. L’ambito forse più sottovalutato dell’intera opera dell’artista è, tuttavia, quello della stampa: Blake, infatti, sviluppò un metodo tutto suo per i libri illustrati che produceva, e che gli consentiva di avere — a differenza di ciò che gli permettevano le tecnologie che aveva a disposizione all’epoca — un controllo totale sull’insieme testo-immagine.

Il processo ricorda quello dell’acquaforte (acidi che corrodono la lasta di rame), ma è in rilievo (come una xilografia di Dürer, per intenderci). Blake non usava più lastre per ottenere la policromia, ma colorava direttamente il rame in una singola passata di torchio. La precisione a volte veniva meno e l’effetto di questo procedimento portava le sue opere a somigliare a certi lavori ad acquerello.

Ecco una dimostrazione a video (4 min.) di questo procedimento unico:

Un esempio di lavoro finito da Il primo libro di Urizen.

La critica di allora fu poco tenera con Blake. Considerato a volte pazzo, a volte primitivo e infantile, fu presto dimenticato dopo la sua morte. Lui non si piegò al gusto e all’estetica del suo tempo, perché era convinto di fare qualcosa di nuovo: «Nessun uccello sale troppo in alto, se sale con le sue ali».


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