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La donna magica

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Nel 1934, a Bad Dürremberg, in Germania, fu scoperta una tomba contenente uno scheletro umano e vari oggetti, inizialmente interpretata come appartenente a un progenitore ariano. Ne parla Agnese Codignola su Il Tascabile.

Il 4 maggio 1934 a Bad Dürremberg, in Sassonia, si stava preparando l’inaugurazione del parco termale.

Gli operai erano dunque al lavoro sugli ultimi ritocchi del nuovo parco. Uno di loro, Engel, scavando vicino a una tubatura, trovò delle strane ossa sepolte insieme a resti animali, tutti colorati di un rosso ocra. Engel chiamò allora il responsabile del museo di storia locale, il quale, iniziando a esumare i resti, segnalò quella che sembrava essere una tomba all’Istituto di Preistoria di Halle. Lo scheletro umano era stato riposto in posizione seduta, insieme a denti di animali forati, corna di capriolo, zanne di cinghiale, conchiglie, gusci di tartarughe e un’ascia.

L’antropologo nazista Friederick-Karl Bicker sostenne che i resti fossero di un ariano del Neolitico, ma successive analisi hanno dimostrato che la tomba risale al Mesolitico.

Il successo dell’uomo di Bad Dürremberg terminò miseramente con il regime, e i resti furono di fatto dimenticati dai responsabili del museo di Halle, passato alla Germania Est nel periodo della Guerra Fredda. L’unico approfondimento degno di nota è del 1957, quando l’antropologo Hans Grimm, rianalizzando le ossa, suggerì che si trattasse di una donna, uccisa forse in modo rituale. Nel 1972, un altro antropologo, questa volta della Germania ovest, Fritz Getschwendt, ipotizzò che potesse trattarsi di una guaritrice, visto il corredo e vista la vicinanza con le fonti termali, o comunque di una donna con una posizione sociale di spicco. Poi, nel 1978, un’inspiegabile mutilazione per quegli anni: per effettuare una datazione con il carbonio-14, furono asportati l’omero, la tibia e il femore destro, inviati a un laboratorio di Berlino Est e mai più ritrovati.

Studi recenti hanno rivelato che lo scheletro apparteneva a una donna, probabilmente una sciamana, vissuta circa 9.000 anni fa.

L’occasione giunse nel 2019, quando furono decisi nuovi lavori nel parco. Finalmente si poté studiare il sito con metodi moderni, e senza dover avviare una campagna di scavi dedicata. Ciò che emerse, oltre a numerosi nuovi reperti animali, fu che quei resti erano stati sepolti in una camera di forma geometrica, esagonale, foderata di canne e dipinta di ocra. Per segnalarla, a livello del terreno giaceva una sorta di palo: forse il luogo era diventato di culto o, quantomeno, meta di pellegrinaggi attivi per molti anni dopo la morte della donna. La persona sepolta con tanta cura era quindi importante, ma perché? Qual era il suo ruolo?

Gli archeologi tedeschi Harald Meller e Kai Michel (qui il loro libro: Il mistero della sciamana) studiarono questa tomba così particolare, ripercorrendo la storia dei ritrovamenti della stessa epoca in Europa e non solo e conclusero che quella donna era una sciamana. Dalla presentazione del libro di Meller e Michel:

Una sepoltura rituale. Una donna, un bambino. Le circostanze della morte inspiegate. Scoperta dai nazisti nel corso degli anni trenta e usata per i loro scopi di propaganda razziale, la tomba – rinvenuta nel cuore della Germania e risalente a 9000 anni fa – è poi caduta nell’oblio. Ora il caso irrisolto della sciamana di Bad Dürrenberg viene riaperto. E si tratta di uno dei ritrovamenti archeologici più interessanti d’Europa. I nazionalsocialisti avevano scambiato lo scheletro per quello di un vecchio dalla pelle chiara, un antenato degli ariani. In realtà, appartiene alla donna più importante della sua comunità: aveva la pelle scura, ed è stata una delle ultime “donne magiche” a vivere nell’Europa centrale ai tempi dei cacciatori-raccoglitori del Mesolitico, prima che Homo sapiens diventasse stanziale. Harald Meller e Kai Michel ricostruiscono, con l’aiuto di tecnologie all’avanguardia, l’avvincente destino di una donna avvolta dal mistero, si addentrano nelle radici della spiritualità di una comunità scomparsa nel pieno dei grandi stravolgimenti dell’evoluzione della nostra specie e ci mettono di fronte alle nostre origini di esseri umani. Ma mostrano anche come l’ideologia possa manipolare la ricostruzione della preistoria umana stravolgendo il passato.

Il Museo Statale della Preistoria (State Office for Heritage Management and Archaeology Saxony-Anhalt) le dedica una mostra permanente.

In the shade of the forest there is space for encounters of a special kind. The 30 to 40-year-old woman was buried bedded in raddle around 9,000 years ago. The lavish inventory of grave goods attests to a special social role of the deceased. The enormous diversity of animal species represented in the grave, of which not all would have been just food supplies for the afterlife, is remarkable. Ethnographic comparisons suggest that some objects are to be interpreted as requisites of shamanistic practices. The transition from mobile foraging to the sedentary way of life, caused by the immigration of farmers and cattle breeders to our region, marked the end of the Mesolithic around 5400 BC. The age of the hunter-gatherers – as the longest phase of the human lifestyle – came to an end.

La ricerca ha messo in discussione le interpretazioni pseudoscientifiche naziste e ha offerto nuove prospettive sul ruolo delle donne nelle società preistoriche. Questa scoperta ha anche stimolato ulteriori ricerche e discussioni sul Mesolitico e sulle pratiche culturali di quel periodo. La comunità scientifica continua a esplorare le implicazioni di queste nuove informazioni per comprendere meglio le dinamiche sociali e culturali delle antiche popolazioni europee.

Un video del canale Hidden HistoryAncient DNA shows surprising details of famed 9,000-year-old Mesolithic shaman burial in Germany.


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