Su Internazionale Daniele Cassandro riflette sull’arte e il personaggio di David Bowie e in particolare sull’album del 1997 Earthling.
La premessa dell’articolo è il racconto di uno scherzo organizzato da Bowie con la complicità dello scrittore William Boyd. Nel 1998 i due presentarono la biografia di un certo Nat Tate, un esponente dell’espressionismo astratto che in realtà era un’invenzione dello stesso Bowie e di Boyd… il pubblico però credette entusiasta alla sua esistenza.
Ebbene, secondo Cassandro
“Appassionarsi alla vita di un pittore inesistente al punto da organizzare uno scherzo così elaborato è la cosa più alla David Bowie che David Bowie abbia mai fatto. Forse nascosta in quel pesce d’aprile c’è tutta l’essenza della sua arte, perché lui stesso è stato un artista inesistente o, meglio, inventato […] e una parte importantissima della sua arte è stata quella di crearsi un pubblico da zero a ogni nuovo progetto”.
Proprio nel periodo in cui inventava Nat Tate Bowie ripartiva in un certo senso da zero con un nuovo progetto solista dopo l’esperienza dei Tin Machine appunto Earthling l’album pubblicato nel 1998 che, secondo Cassandro,
“non ha nulla di malinconico o di rétro: è un album talmente solido, sia dal punto di vista dell’architettura generale sia da quello della qualità dei singoli pezzi, che ha ancora tanto da dirci. Forse, paradossalmente, ci parla molto di più oggi di quanto potesse fare nel 1997. Quando David Bowie morì, nel gennaio del 2016, ci lasciò con la sensazione che il suo viaggio era appena cominciato, perché saremmo rimasti soli con il suo lavoro, con tutto il tempo per riascoltarlo, riscoprirlo e ristudiarlo. E Earthling può essere un ottimo punto di partenza.”
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