La giornalista pubblicista Pamela Lainati tratteggia su Lo Scarpone, il portale del Club Alpino Italiano, un ritratto dello scrittore Dino Buzzati in occasione dell’anniversario della sua nascita il 16 Ottobre 1906
Scrittore, poeta, drammaturgo, giornalista, scenografo, pittore, costumista. È difficile definire la poliedrica vita di Dino Buzzati, uno dei più grandi narratori del Novecento (per farla facile). Per lui la scrittura è professione ma, prima di tutto, passione. Attraverso la penna racconta così come fa con il pennello sulla tela e sono narrazioni malinconiche, ricche di sogni, passioni, desideri, paure.
Buzzati si sentì sempre alpinista. In montagna nacque e in montagna tornò per morire, quando ormai la malattia lo aveva privato della forza di reggersi in piedi, figurarsi altro.
Amante della montagna più pura, vista come fuga dalla monotona quotidianità di un redattore al Corriere della Sera, la ritroviamo nei suoi scritti.
Come scrive Lorenzo Viganò nei Fuorilegge della montagna, «Il Buzzati pittore le disegna (…). Il Buzzati scrittore ne fa lo scenario dei suoi primi romanzi brevi: metafora del mistero, simbolo di un mondo ancestrale e fiabesco, popolato da gnomi ed elfi (…). Il Buzzati giornalista le racconta (e le spiega) ai lettori scrivendo centinaia di cronache e articoli».
Le Dolomiti sono la sua culla, quelle che riescono a tirargli fuori i pensieri più intimi. È tra le crode, tra gli irti e delicati passaggi alpinistici, tra valli e boschi solitari che ambienta i suoi primi libri. Anche nel suo volume più famoso, quello che lo consacra tra i grandi del Novecento, troviamo la montagna, è la roccia pallida e fragile delle Pale di San Martino che ispira la fortezza Bastiani de Il deserto dei Tartari.
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