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Mortalità e malattie cardiovascolari

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Un articolo di Our World in Data ci racconta di come, negli ultimi 70 anni, le morti causate da malattie cardiovascolari — come infarti e ictus — siano crollate in gran parte del mondo.

Paesi come Italia, Stati Uniti e Regno Unito hanno visto i tassi di decesso ridursi fino a cinque volte rispetto agli anni ’50, quando le migliori tecniche diagnostiche sembravano impotenti contro patologie che colpivano chiunque, anche i potenti, senza preavviso e, spesso, senza possibilità di trattamenti.

In 1945 — at just 63 years old — President Franklin D. Roosevelt was sitting for a portrait when he raised a hand to his head and whispered, “I have a terrific pain in the back of my head.” Minutes later, he lost consciousness and died from a massive brain hemorrhage — a consequence of uncontrolled high blood pressure and heart disease, which doctors at the time couldn’t treat.

Questo enorme progresso è frutto di una combinazione di prevenzione e innovazione: meno fumo, migliori cure farmacologiche, interventi chirurgici più efficaci e maggiore consapevolezza dei fattori di rischio. Oggi, ciò che un tempo era tra le principali cause di morte viene affrontato con strumenti sempre più efficaci.

Medical breakthroughs — in detection, treatment, surgery, and emergency care — have made surviving cardiovascular disease much more likely. In addition, public health measures and lifestyle changes have stopped many people from developing it in the first place.

L’articolo però sottolinea anche che i miglioramenti recenti stanno rallentando e che crescono altre minacce: obesità, diabete, ipertensione e malattie cardiache croniche. Il rischio è che il trend positivo possa bloccarsi se non si rinnova l’impegno nella prevenzione e nell’accesso alle cure.

Heart disease is still the leading cause of death worldwide, killing around 20 million people globally each year, and this tells us there’s still more to do. And some risks, like obesity and diabetes, have risen in many countries. They remind us that progress can stall or even reverse without more effort.


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