L’articolo “Streghe, funghi e pseudoscienza” pubblicato su Il Tascabile prende avvio dall’episodio storico accaduto a Salem nel 1692, dove sintomi inspiegabili in alcune bambine portarono all’accusa di stregoneria e alla condanna di 25 persone.
Quello di Salem fu il più letale processo alle streghe avvenuto in nord America e l’ultimo evento di questo tipo nelle colonie inglesi. Per trecento anni la cittadina del Massachusetts fu ricordata per questo, finché, sorprendentemente, diventò teatro di un acceso dibattito scientifico.
L’autrice, Alessandra Ria (biologa molecolare e genetica con un master in comunicazione della scienza alla SISSA, lavora nell’editoria scolastica e nella comunicazione della ricerca scientifica ed è coautrice del libro I grandi misteri della biologia svelati dalla scienza), evidenzia come la caccia alle streghe sia stata interpretata secondo prospettive molto diverse: oltre al contesto religioso e sociale, si sono cercate spiegazioni scientifiche, come quella avanzata da Linnda Caporael negli anni ’70 (Science, 2 aprile 1976), che propose l’intossicazione da Claviceps purpurea (segale cornuta) come causa possibile degli avvenimenti di Salem.
La segale cornuta può causare due tipi di patologia, l’ergotismo gangrenoso, che provoca cancrena delle estremità degli arti, o l’ergotismo convulsivo, che è caratterizzato da convulsioni, tremori e spasmi e può implicare anche sintomi psichici come deliri e allucinazioni (curiosità: è proprio da una molecola presente in Claviceps purpurea, l’acido lisergico, che nel 1938 a Basilea fu per la prima volta sintetizzata l’LSD).
Questa teoria, rassicurante per lo spirito moderno, è stata però rapidamente smentita dagli esperti: i sintomi e le dinamiche sociali risultavano incompatibili con l’ergotismo convulsivo. Nonostante ciò, l’ipotesi ha continuato a circolare dimostrando la forza delle narrazioni pseudoscientifiche, che persistono anche in assenza di prove perché offrono spiegazioni semplici e consolatorie per fenomeni complessi e inquietanti.
L’articolo collega quindi Salem a episodi simili, come quello di Alicudi, dove assunzioni relative alla segale cornuta sono state usate per spiegare miti e leggende locali, senza reale fondamento scientifico.
Alicudi è una piccola isola situata nell’arcipelago delle Eolie: qui gli anziani del posto raccontano di aver visto fantasmi aggirarsi per le strade, “femmine volare”, persone trasformarsi in animali. Una spiegazione a queste stranezze fu proposta negli anni Novanta da Elio Zagami, psichiatra e psicoanalista di origini eoliane: il pane consumato dagli isolani era stato impastato con segale parassitata da Claviceps purpurea.
L’autrice prosegue analizzando la pseudoscienza odierna, citando il caso della falsa correlazione tra vaccini e autismo divulgata da Andrew Wakefield, una narrazione che ha generato allarmismi collettivi e resiste alla confutazione scientifica per via della sua semplicità e della sua capacità di parlare alle paure sociali.
La riflessione finale invita a evitare spiegazioni riduttive degli eventi storici e contemporanei, sottolineando l’importanza di una lettura che tenga conto della complessità sociale, culturale e politica. Il mito di Salem diventa così espressione di una tendenza umana che attraversa i secoli: l’identificazione di minacce e nemici, con la conseguente diffusione di teorie pseudoscientifiche e complottiste.
Le teorie pseudoscientifiche hanno successo perché riempiono un vuoto, danno spiegazioni confortanti e razionali a quello che non sappiamo spiegare; vale per la segale cornuta come per la fantomatica correlazione tra vaccini e autismo.
L’autrice conclude sottolineando come la pseudoscienza mantenga ancora oggi il proprio spazio e la propria forza, anche nei casi recenti come nelle dichiarazioni infondate del Presidente Donald Trump sulla relazione tra paracetamolo e autismo del settembre 2025.
Negli ultimi decenni, Salem ha vissuto una trasformazione profonda: da luogo segnato dal tragico ricordo dei processi alle streghe e della morte di innocenti, si è progressivamente convertita in una città che vive anche grazie al turismo storico e culturale, con festival tematici e iniziative pubbliche che richiamano migliaia di visitatori ogni anno. Questi eventi, insieme alle recenti riabilitazioni ufficiali delle vittime, rappresentano non solo una fonte di sviluppo economico, ma soprattutto il segnale di un percorso collettivo di recupero della memoria, un tentativo della comunità di fare i conti con il proprio passato e di promuovere una consapevolezza più critica e condivisa sulle dinamiche di paura, accusa e ingiustizia che hanno segnato la storia della cittadina del Massachusetts.


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