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Se l’architettura diventa corale

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Su suggerimento di @NS3, da Avvenire, 19 maggio 2015.

 

Una discussione con Carlo Ratti, architetto e urbanista e docente del Senseable City Lab al MIT, sulle possibilità di un’architettura che non si basi più solo sul gesto del singolo architetto ma su una coralità di individui, un open source dell’architettura, un’idea che riprende la provocazione di Bernard Rudofsky con la mostra sull’architettura vernacolare al MoMA “non pedigreed architecture” nel 1977 che si tradurrà anche nel libro Architettura senza Architetti.

 

Immagine tratta da Pixabay


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