Su suggerimento di @Hater Parisi
La lingua delle disposizioni giuridiche è la negazione di quello che dovrebbe essere lo spirito della scrittura. Ma ci sono brillanti eccezioni: il testo napoleonico del 1804, che Stendhal consultava per trarne ritmo ed eleganza narrativa, e la nostra Costituzione del 1947 (prima della pioggia acida delle revisioni). Ripartiamo da lì. E da Italo Calvino.
Un articolo di Michele Ainis dal Corriere della Sera del 4 Ottobre.
Immagine di Ian Sane, via Flickr
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