Su suggerimento di @Ergosfera e a cura di @NS3
Negli ultimi anni la Cina ha subito un periodo di crescita urbana senza precedenti nella storia umana: il numero di chilometri quadrati urbanizzati è passato da 8.800 nel 1984 a 41.000 nel 2010 ed in diverse parti della Cina l’offerta di nuove costruzioni ha superato la domanda con il risultante fenomeno di intere aree urbane deserte o quasi, delle città fantasma.
Ma gran parte dei report sulle città fantasma è basato su misurazioni inaffidabili, come ad esempio quello del conteggio del numero di luci accese di notte negli edifici residenziali. MIT Technology Review racconta come la società cinese Baidu (il corrispettivo di Google in Cina) sia riuscita a quantificare, tramite l’uso di Big Data, le città fantasma cinesi.
Questo dapprima tramite il tracciamento dei suoi utenti (circa 700 milioni) per sei mesi dal 2014 al 2015 ed in seguito utilizzando un algoritmo comune di clustering per calcolare la loro posizione e correlando queste posizioni con un altro set di dati relativo alla posizione delle zone residenziali, dal quale è stato possibile ricavare la densità urbana.
Da questo è nata la mappa che mostra la posizione delle città fantasma cinesi, mentre qui potete leggere dello stesso tema nell’articolo del Washington Post “How smartphones are solving one of China’s biggest mysteries“.
Immagine di Thomas Depenbusch via Flickr, CC BY 2.0
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