È morta Pat Summitt, aveva 64 anni. Ai più non dirà nulla, ma è stata l’allenatrice più vincente della storia della pallacanestro universitaria americana, uomini e donne inclusi, con 1098 partite vinte (e 8 titoli nazionali). Nel 2011 gli era stato diagnosticato l’Alzheimer precoce. Ma come Muhammad Ali, aveva deciso di diventare la faccia pubblica della malattia.
Il NY Times la ricorda qui:
mentre il Washington Post riporta una lettera che Summitt aveva scritto a una sua nuova giocatrice, nel 1982:
In 38 anni da allenatrice non ha mai avuto una stagione sotto al 50% di vittorie. Ma la cosa più incredibile è che tutte le giocatrici che hanno giocato per Pat Summitt si sono laureate.
Tutte le giocatrici. Per 38 anni.
Winning is fun . . . Sure.
But winning is not the point.
Wanting to win is the point.
Not giving up is the point.
Never letting up is the point.
Never being satisfied with what you’ve done is the point.
The game is never over. No matter what the scoreboard reads, or what the referee says, it doesn’t end when you come off the court.
The secret of the game is in doing your best. To persist and endure, “to strive, to seek, to find, and not to yield.”
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