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La teoria dei giochi e le scuole superiori di New York [EN]

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Su suggerimento di @Spi.

Dal 2003, le scuole superiori di New York si sono dotate di un sistema automatizzato, basato sull’algoritmo “dell’accettazione rinviata”, per evitare settimane di decisioni difficili e non ottimali. Il nuovo metodo permette ai ragazzi di precisare fino a 12 scuole, in ordine di preferenza; ogni scuola contemporaneamente prepara la sua lista di studenti preferiti. In qualche secondo, il computer è in grado di determinare chi verrà assegnato a quale scuola, seguendo le seguenti regole: al primo passaggio, ogni scuola (che ha, diciamo, n posti) sceglie definitivamente quelli che l’hanno scelta al primo posto e che contemporaneamente rientrano nei primi n della propria classifica. Accetta temporaneamente anche studenti che l’hanno scelta come preferita ma che risultano più in basso nella classifica della scuola. Al “secondo passaggio” (questi passaggi sono invisibili dall’esterno e avvengono nell’arco di frazioni di secondo) le scuole analizzano le seconde scelte di quelli che non sono stati definitivamente accettati altrove; qualora questi scavalchino alcuni di quelli considerati temporaneamente, cambia l’ordine della propria classifica temporanea, e l’algoritmo continua ai passaggi successivi.

Questo cambiamento ha avuto il merito di ridurre drasticamente il numero di studenti che non vengono accettati da nessuna scuola superiore – passando da 30000 a 3000 nell’arco di un anno. Ciononostante, non è ovviamente esente da problemi e critiche: il problema più evidente riguarda gli studenti poveri, che tendono a scegliere in prima posizione scuole anche scadenti ma situate vicino a casa, per motivi di comodità o semplice mancanza di conoscenza di altre realtà. Non sono poi mancate delle polemiche alimentate da scetticismo e paura, da parte di genitori che temono che i propri figli possano “sprecare” la propria prima scelta “scegliendo male”, così che scuole migliori non li considererebbero perché loro non hanno scelto la scuola al primo posto.

 

Immagine da flickr


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