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Contact Tracing e la solitudine dei centralizzati

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Oggi si parla di:
– app di contact tracing, in Italia e in Europa
– spionaggio

Anche questa settimana il tema delle app di tracciamento contatti è stato piuttosto dominante, in Italia e all’estero. Nel mentre però continuano a sbucare proposte di ogni tipo e di ogni soggetto per sorvegliare, guidare e limitare i movimenti delle persone nei più svariati contesti, dalle spiagge agli asili, senza che ci sia lo stesso livello di attenzione che è stato prestato finora all’app.

Le accuse alla ministra Pisano e le repliche
Ma partiamo dal nostro Paese e dall’app italiana, Immuni, sviluppata da Bending Spoons. A inizio settimana il Foglio spara ad alzo zero sulla ministra Pisano. In sostanza, è la tesi del quotidiano, la ministra non avrebbe ascoltato la raccomandazione della task force di esperti di testare due app in contemporanea (una era Immuni, che comunque si trovava “in uno stadio più avanzato” a detta degli stessi tecnici, e l’altra era CovidApp), e avrebbe scelto direttamente la prima, attribuendo però la scelta alla task force, con conseguente sconcerto di alcuni.

Nei giorni seguenti c’è poi stata una audizione riservata del Copasir, il comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, dove la ministra avrebbe rivendicato la responsabilità di fare una scelta in tempi brevi senza attendere oltre. In audizione, scrive Corriere, “l’opposizione prende la palla al balzo e parte all’attacco”. Ma “Pisano respinge ogni accusa: «Il documento dei tecnici dice che la soluzione migliore sarebbe stata avere una sperimentazione in parallelo ma sottolinea anche che una delle due app, Immuni, è in uno stadio più avanzato». Nelle ultime settimane, per altro, il governo era stato criticato per non aver ancora scelto l’app, dopo averne parlato a lungo, dopo aver creato una task force con 74 persone. Anche da qui, forse, è nata la scelta di accelerare, evitando una doppia sperimentazione che probabilmente avrebbe allungato i tempi. «Il governo — dice ancora Pisano — si è assunto la responsabilità di fare una scelta, perché è questo che deve fare il decisore politico. E lo ha fatto tenendo conto delle indicazioni contenute nel documento tecnico»”.
(Vedi anche la replica della ministra al Foglio).

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