La Corte Ue conferma il diritto dei cittadini di paesi terzi titolari di un permesso unico di beneficiare, in base alla direttiva 2011/98, di un assegno di natalità e di un assegno di maternità quali previsti dalla normativa italiana visto che questi benefici “rientrano nei settori della sicurezza sociale” per i quali i cittadini di paesi terzi possono godere “del diritto alla parità di trattamento previsto da detta direttiva”. E l’Italia “non si è avvalsa della facoltà offerta dalla direttiva agli Stati membri di limitare la parità di trattamento” ai cittadini di paesi terzi titolari di un permesso di lavoro.
Ne parla Il Fatto Quotidiano
Commenta qui sotto e segui le linee guida del sito.