Negli ultimi anni, la letteratura gialla italiana ha visto emergere numerosi autori di talento che hanno saputo conquistare il cuore dei lettori con le loro storie avvincenti e i loro personaggi indimenticabili. Molte sono state trasposte anche in sceneggiati, non sempre in maniera fedelissima, mentre altre no – ma non per questo sono meno interessanti.
Di seguito, una decina di scelte, in ordine pseudocasuale di gradimento da parte mia.
Ovviamente non potevo non inziare con Il commissario Montalbano di Andrea Camilleri, noto su questo sito per la celebre discussione sull’effettiva disponibilità dei suoi titoli in léttone. Ambientata nella fittizia cittadina siciliana di Vigàta e scritta in un italiano fortemente contaminato da elementi della lingua siciliana, spesso le indagini sono quasi solo un pretesto per parlare di altre tematiche.
Per restare su un personaggio che usa pesantemente il proprio dialetto – ma il resto del testo è in italiano nazionale – proseguiamo con Rocco Schiavone di Andrea Manzini. Il vicequestore (se lo chiami commissario si altera) Rocco Schiavone è stato trasferito per motivi disciplinari da Roma ad Aosta, e visto che già era burbero e cinico la cosa lo fa imprecare frequentemente in romanesco. Le sue indagini finiscono quasi sempre per mescolarsi alla vicenda che lo ha reso vedovo, di cui il lettore conosce pian piano sempre più dettagli.
Un altro che usa “localismi” è il barrista Massimo Viviani, il protagonista della serie I delitti del BarLume di Marco Malvaldi. Ma gli capita quasi solo quando discute animatamente con i bimbi, cioè col nonno e i di lui compari di bischerate, nella sala biliardo del Bar Lume immersa nella pineta tra Pisa e Livorno. Romanzi brevi ma intrisi di una comicita toscana mordente e spesso esilarante.
Saverio Lamanna l’ho scoperto per caso in un’antologia della Sellerio. Non posso dire che la serie Lamanna e Piccionello di Gaetano Savatteri mi abbia convinto del tutto, però il personaggio di Peppe Piccionello è divertentissimo. Anche in questo caso, l’indagine è spesso il pretesto per affrontare questioni sociali siciliane.
Stesso motivo di scopera per I casi della casa di ringhiera di Francesco Recami. Ambientati in una casa di ringhiera di Milano, sono estremamente confusionari e l’unico motivo per cui li ho voluti menzionare è perché antologia dopo antologia un po’ mi sono affezionato al Consonni, all’Angela, ai Peruviani e al resto della babele che anima quel mondo letterario.
Mi permetto di segnalare però anche altre serie, da me non (ancora) lette ma che mi sembrano essere comunque importanti nel panorama letterario italiano:
- Teresa Battaglia di Ilaria Tuti. Ambientata nelle suggestive montagne del Friuli, la serie la profiler Teresa Battaglia in casi di grande impatto psicologico.
- La trilogia di Marcus di Donato Carrisi. Un penitenziere con amnesia assiste una fotografa forense nelle indagini su un serial killer. Di Carrisi ho letto solo La ragazza nella nebbia, che non mi aveva del tutto convinto, però la trama di questa serie potrebbe convincermi a dargli un’altra possibilità
- Maurizio de Giovanni ha tre serie, tutte ambientate a Napoli e tutte trasmesse in televisione: Il commissario Ricciardi, I bastardi di Pizzofalcone e Mina Settembre
- Alice Allevi di Alessia Gazzola, che segue la storia di una specializzanda in medicina legale. La Rai ci ha tratto L’Allieva con la Mastronardi e Guanciale.
- Guido Guerrieri di Gianrico Carofiglio. Questo è più un legal-thriller, perché i casi sono più legati a sottigliezze del sistema giudiziario italiano (l’autore è un ex magistrato, dopotutto).
- Il Commissario Soneri di Valerio Varesi. Lo segnalo perché è ambientato a Parma, location “insolita”.
E voi ne conoscete altri?
O volete suggerire altri titoli interessanti? Che so, tipo l’Opera Omnia di Lovecraft…
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