Su suggerimento di @Jules.
Nel 2009 la Grecia ha fronteggiato la prima crisi del debito sovrano della zona euro. Il 2 maggio 2010 l’Unione Europea, il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Centrale Europea hanno concesso il prestito di €110 miliardi, con la condizionale di avviare riforme strutturali e privatizzare i beni statali. Un secondo e un terzo piano di aiuti sono stati ratificati nel 2011 e nel 2012, di €240 miliardi complessivi – includendo anche una ricapitalizzazione delle banche. Una recessione ha portato ad un quarto piano, nel dicembre 2012, con un sollevamento del debito (haircut), mentre il FMI ha devoluto altri 8.2 miliardi di aiuti.
Nel 2013-2014 c’è stato un miglioramento dell’economia greca, che ha permesso il rientro in borsa e l’accesso a investimenti privati. Con le elezioni il FMI ha bloccato gli aiuti, causando un’altra crisi di liquidità delle banche greche. Una volta salito Tsipras al governo, la Grecia ha accettato le condizioni di pagamento, la cui ultima tranche doveva essere rinegoziata dal nuovo governo. Le negoziazioni sono andate avanti dei mesi, fino allo “sfilamento” del FMI, da cui le ultime notizie dei giorni scorsi.
Il default è stato dichiarato dopo aver negato il rimborso di 1,6 miliardi al Fondo Monetario Internazionale.
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