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Chi teme Sahra Wagenknecht?

Chi teme Sahra Wagenknecht?

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Thomas Phazi su Unherd commenta il successo recente del partito di Sahra Wagenkneckt, ex capogruppo parlamentare del partito di sinistra radicale tedesco Linke e oggi leader di un movimento politico di sinistra antiestablishment e ”sincretica”.

Il suo partito, BSW ha debuttato alle elezioni europee del 2024 ottenendo il 6% dei voti, doppiando Linke, da cui era fuoriuscita a causa della incompatibilità tra le sue idee e l’agenda progressista della sinistra tedesca.

Secondo i sondaggi la sua visione economicamente di sinistra ma conservatrice socialmente convince un numero sempre crescente di tedeschi, tanto che sarà estremamente difficile contenere AFD nelle regioni della Germania Est senza trattare con lei, nonostante le sue posizioni su immigrazione e politica estera siano considerati altrettanto inaccettabili dai partiti costituzionali tedeschi, poiché la sua opposizione all’immigrazione e il suo euroscetticismo la avvicinano all’estrema destra.

Per Sahra Wagenknecht, la promozione della coesione sociale, anche attraverso la limitazione dei flussi migratori, non dovrebbe essere vista solo come un fine positivo in sé, ad esempio per ragioni di sicurezza pubblica, ma anche come una precondizione per la realizzazione di politiche economiche redistributive e persino della democrazia stessa. Solo una comunità politica definita da un’identità collettiva — un demos — è in grado di impegnarsi in un discorso democratico e in un processo decisionale correlato, e di generare i legami affettivi e di solidarietà necessari per legittimare e sostenere politiche redistributive tra classi e/o regioni. In parole povere, se non esiste un demos, non può esserci una democrazia efficace, tantomeno una democrazia sociale.

L’inverso, naturalmente, è vero: la coesione sociale necessaria per sostenere il demos può prosperare solo in un contesto in cui lo Stato interviene per frenare gli effetti socialmente distruttivi del capitalismo sfrenato (incluso il libero flusso del lavoro). In altre parole, non c’è alcuna contraddizione tra essere economicamente di sinistra e culturalmente conservatori, dice Wagenknecht; anzi, le due cose vanno di pari passo. Inoltre, aggiunge che il concetto non è particolarmente nuovo: questa era sostanzialmente la piattaforma (vincente) della maggior parte dei partiti socialisti e socialdemocratici europei di vecchia scuola. Piattaforma che secondo S.W. la sinistra tedesca ha abbandonato.

In un libro ampiamente discusso pubblicato nel 2021, Die Selbstgerechten (“I moralisti”), Sahra Wagenknecht ha spiegato le ragioni del suo crescente distacco dalla sinistra tradizionale. Secondo lei, la sinistra era sinonimo di miglioramento delle condizioni di vita delle persone comuni; tuttavia, il movimento progressista odierno è dominato da quella che Wagenknecht definisce la “sinistra del lifestyle”, i cui membri “non pongono più i problemi sociali ed economici al centro della politica di sinistra. Al posto di tali preoccupazioni, promuovono questioni riguardanti lo stile di vita, le abitudini di consumo e gli atteggiamenti morali.

Il suo orientamento sociale tendenzialmente conservatore, data dalle sue posizioni su questioni come la politica verde e l’immigrazione, nonché l’euroscetticismo e le simpatie per la Russia di Putin, hanno inquadrato il suo movimento agli occhi di molti osservatori come un diretto competitore dei partiti populisti, soprattutto AFD. Ma la realtà è stata deludente per chi voleva vedere gli ”indesiderabili” logorarsi a vicenda.

I sondaggi d’opinione mostrano che l’emergere della BSW non sembra aver influito significativamente sull’AfD, che continua a mantenere una quota di voto del 30% in diversi stati della Germania orientale e del 20% a livello nazionale. Infatti, secondo un recente studio della Fondazione Hans Böckler, la BSW sta attirando elettori principalmente dal centro e dalla sinistra — Die Linke e SPD — piuttosto che dall’AfD. L’agenda economica fortemente di sinistra della BSW, che la pone in contrasto con la politica economica neoliberista dell’AfD, sembra essere la chiave di questo fenomeno: lo studio mostra che la BSW ottiene il sostegno principalmente da gruppi socialmente marginalizzati e a basso reddito, tradizionalmente il gruppo target classico dei partiti socialdemocratici.

I risultati di questo studio sembrano essere confermati dai sondaggi post-elezioni europee: BSW ha sottratto voti soprattutto da socialdemocratici e sinistra, solo marginalmente da AFD,

Questo suggerisce che l’agenda sinistro-conservatrice di Sahra Wagenknecht stia occupando uno spazio politico precedentemente vacante, raccogliendo voti da elettori tedeschi disillusi dalla politica tradizionale e molto critici sull’immigrazione, ma che si sentono a disagio nel votare per un partito con tratti indubbiamente razzisti. Al contrario, la BSW rappresenta un’opzione “non estremista” molto più accettabile per questi potenziali elettori populisti. Ciò è ulteriormente confermato dal fatto che, nonostante la sua posizione dura sull’immigrazione, la BSW sembra conquistare un numero di elettori provenienti da contesti migratori superiore alla media, un gruppo demografico che ha tradizionalmente votato per partiti di centro-sinistra. In breve, le evidenze suggeriscono che Wagenknecht stia effettivamente ampliando il fronte populista piuttosto che limitarsi a sottrarre voti al bacino populista esistente.

In qualsiasi modo vadano le cose, è indubbio che i partiti tradizionali di centro-sinistra dovranno fare i conti con questa erosione di consensi che arriva da una ala precedentemente coperta.

 

 


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