A cura di @carlj2000.
A soccorso delle librerie italiane, a fianco di operazioni manageriali rilevanti, è intervenuto anche lo Stato. Tra le novità della legge di Bilancio 2018, pubblicata sulla Gazzetta ufficiale del 29 dicembre 2017, infatti, c’è il credito d’imposta per la vendita di libri al dettaglio.
Nel 2018 le librerie potranno godere di un credito d’imposta per un importo non superiore a 20.000 euro, limitato a 10.000 euro le librerie così dette “non indipendenti”.
Tale misura risponde alla chiusura di sempre più librerie, che soffrono sia la concorrenza delle piattaforme tecnologiche di e-commerce (vedi Amazon), sia il ridursi del numero di lettori.
Secondo quanto scrive Seminerio sul suo blog Phastidio, però, il sussidio fiscale non creerà nessun effetto automatico di rilancio del settore.
Tutelare i librai – i.e. le librerie come luoghi fisici – non produce automaticamente l’effetto di incentivare la lettura, e, quindi, la cultura. Il tax credit in discorso non farà aumentare il numero dei lettori, cioè dei fruitori di cultura, pertanto non riporterà clienti alle librerie, unico mezzo utile a garantirne la sopravvivenza.
Della stessa opinione è Alberto Grandi su Wired, secondo il quale sarebbe appropriato al contrario per le piccole librerie trovare nuove soluzioni.
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