Su suggerimento di @Perodatrent.
Richard Smith, ex editor del British Medical Journal, è recentemente tornato a parlare sul suo blog di un articolo del 2011 intitolato The Quagmìire: How American medicine is destroying itself, sostenendo che le tesi avanzate in quell’articolo possano essere estese all’Occidente in genere e costituiscano il più importante contributo recente alla riflessione sulla medicina:
Sometimes you read something that shakes you to your core. Often you are shaken because the piece expresses clearly and strongly something you’ve vaguely thought for yourself. It’s as when the clouds clear on the top of a mountain and all is laid out before you. I had that experience a few days ago when I read “How American medicine is destroying itself” by Daniel Callahan, the philosopher, and Sherwin B Nuland, the surgeon and author of the important book How We Die. These two men, both born in 1930, have, I suggest, thought more deeply about medicine than perhaps anybody else in recent times.
I have found that since I read it, the article has come into my mind during every conversation I have had about healthcare: all of those conversations were concerned in some way with improving healthcare, but the article led me to think that they were all trivial compared with the way that medicine is destroying itself. Thinking about the extraordinary impact that climate change will have has the same effect and does, of course, trump the destruction of medicine. We carry on with the trivial, however, for what else can we do?
Il contributo di Richard Smith è stato anche risassunto in italiano da Andrea Gardini su Quotidiano Sanità:
Callahan e Nuland iniziano la loro riflessione citando un libro del 1959 di René Dubos, “Il Miraggio della Salute”: “La completa e perenne libertà dalle malattie è un miraggio simile a quello del Giardino dell’Eden”.
Sfortunatamente, dice Smith, quel miraggio è ancora vivo, ed ha alimentato i nostri sogni a partire dalla II Guerra Mondiale, il tempo in cui la professione medica ha iniziato la sua “guerra personale contro le malattie”. Pur tuttavia siamo di fronte, ad esempio, oggi, all’iniziativa Chan e Zuckemberg che sta usando molti dei profitti di Facebook per il progetto detto “La Fine di Tutte le Malattie”.
Callahan e Nuland affermano che dietro gli scopi dichiarati della medicina ci sono tre presupposti, tutti e tre non più indiscutibili:
1.”I progressi della medicina sono infiniti”;
2. “Nessuna delle più importanti malattie letali è, in teoria, incurabile”;
3.”I progressi della medicina sono sostenibili con un management adeguato”.
Immagine da MaxPixels.
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