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Come sarà la Russia senza Putin?

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Alexei Navalny, uno dei più importanti oppositori di Putin, ha rilasciato dal carcere la sua opinione sul futuro della Russia. Un semplice ritiro russo dall’Ucraina, secondo lui, non è una soluzione soddisfacente sul lungo termine: anche con un nuovo leader, Mosca tornerà inevitabilmente a minacciare la sicurezza dei suoi vicini. L’élite russa al potere condivide infatti con Putin l’idea che sia necessario controllare l’Ucraina, perché la Russia torni a essere una potenza su scala globale, e che la guerra sia un’opzione sempre percorribile per mantenere il controllo del paese. Questo aggressivo imperialismo non è però condiviso dalla maggioranza della popolazione.

Per Navalny, è necessario che la Russia diventi una repubblica parlamentare, in cui non ci sia una singola persona abbastanza forte da instaurare una dittatura. Per quanto questa forma di governo non sia una panacea, essa si è mostrata più efficace delle altre, nell’area post-sovietica. L’Occidente dovrà cercare di influenzare le scelte della Russia, una volta finita la guerra, in modo che il paese scelga il parlamentarismo e non diventi di nuovo una autocrazia espansionista.

War is a relentless stream of crucial, urgent decisions influenced by constantly shifting factors. Therefore, while I commend European leaders for their ongoing success in supporting Ukraine, I urge them not to lose sight of the fundamental causes of war. The threat to peace and stability in Europe is aggressive imperial authoritarianism, endlessly inflicted by Russia upon itself. Postwar Russia, like post-Putin Russia, will be doomed to become belligerent and Putinist again. This is inevitable as long as the current form of the country’s development is maintained. Only a parliamentary republic can prevent this. It is the first step toward transforming Russia into a good neighbor that helps to solve problems rather than create them.


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