LetteraDonna ha pubblicato la traduzione di un articolo pubblicato su Quartz scritto da una donna disabile che ha deciso di interrompere una gravidanza. E ha ribadito l’urgenza di abbattere lo stigma attorno alla maternità delle persone diversamente abili.
Quando una donna decide di abortire, desta nelle persone che la circondano reazioni diverse. C’è chi prova a capire le ragioni della sua decisione, accompagnandola nel percorso con delicatezza e discrezione. E c’è chi invece la mette in discussione, tentando in ogni modo di convincerla a desistere o, peggio, spingendola a sentirsi in colpa davanti a una scelta già molto complessa. Quando però, a interrompere la gravidanza è una donna con disabilità, smettono di esistere tanto lo sdegno quanto l’empatia e l’aborto sembra quasi diventare, nella mentalità comune, un passaggio obbligato e necessario.
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