A cura di @NedCuttle21(Ulm) (modificato).
Silvia Bencivelli racconta, in un articolo per Repubblica, i fatti che hanno condotto in questi giorni alla condanna per diffamazione di Rosario Marcianò. Quest’ultimo secondo la sentenza fu il principale istigatore degli haters che, nel settembre del 2013, in seguito a un articolo pubblicato su La Stampa in cui si dimostrava l’infondatezza della teoria del complotto sulle scie chimiche, cominciarono a perseguitarla sui social, minacciandola e rivolgendole insulti perlopiù a sfondo sessuale.
Questa storia è cominciata cinque anni fa, con me che scrivo, tranquilla, alla scrivania. Ed è finita mercoledì, davanti al mare di Imperia, con la mia amica avvocata Cinzia Ammirati che mi scuote le spalle, sorride e ripete: Silvia, hai avuto giustizia, abbiamo vinto, hai vinto! Nel mezzo, decine, forse centinaia, di messaggi di minacce e insulti quasi tutti a sfondo sessuale, una bufera di denigrazioni violente, qualche giorno chiusa in casa per paura, perché non si sa mai. E anni a pensare di aver fatto una stupidaggine. Ma Cinzia me lo ha ripetuto mille volte, e un giudice lo ha ribadito: non è colpa della vittima se il branco la assale. Oggi il capobranco è colpevole, l’udienza è chiusa. E io, la vittima, ancora fatico a respirare.
Commenta qui sotto e segui le linee guida del sito.