Su suggerimento di @mambombuti
Durante il sonno è possibile creare ricordi artificiali. Mediante una stimolazione transcranica mentre sono addormentati, i topi di laboratorio possono essere indotti a ricordare un punto dell’ambiente dove in realtà non sono mai stati. Il risultato conferma che durante il sonno all’interno dell’ippocampo si consolidano i ricordi degli input ricevuti dal cervello durante la veglia.
Una digressione quantistica tra Freud e Tim Cook. Chi avrà ragione?
La riproduzione di Sogno del nobiluomo di Antonio de Pereda è tratta da Wikipedia.
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