Su suggerimento di @Sisifo.
Giacomo Destro racconta sul Tascabile le differenze storiche e culturali dei vocabalari cromatici:
Negli anni Sessanta, uno dei linguisti più celebri del secolo scorso, André Martinet, ha elaborato la teoria dell’economia linguistica. Secondo lo studioso francese ogni lingua è il risultato di un bilanciamento tra esigenze di completezza comunicativa e sforzo richiesto dalla parola. In altri termini, ogni lingua tende ad avere il numero minimo possibile di parole che garantisca comunque significato alla comunicazione.
La scelta dei nomi dei colori, quindi, va considerata seguendo questi due parametri fissi: nessuna lingua ha un sistema perfetto e ogni lingua risponde a un principio di economia.
Immagine da Flickr.
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