A cura di @oloaP
L’ epilogo, o forse no, della vicenda di qualche tempo fa del diciassettenne che a scuola spacciava ai compagni merendine sottocosto; premiato dalla Fondazione Einaudi per il senso imprenditoriale, “condannato” dalla scuola a scaricare cassette di frutta e a consegnarle per conto di una onlus.
Al di là della banalità della notizia e del fatto che lo spacciatore sia recidivo, una punizione del genere, dato il reato commesso, può in qualche modo essere utile al ragazzo?
E la scuola, stante la difesa (più o meno condivisibile) del padre, che possibilità ha di assolvere al ruolo di educatrice se non c’è sostegno,o almeno sintonia, con la famiglia?
Qui un articolo di Orizzonte scuola in cui si commenta il commento fatto da Gramellini.
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