A cura di @Mirror e @MMM.
Leonardo Tondelli su The Vision racconta di come le recenti proteste in Iran si siano rivelate difficili da analizzare per un pubblico occidentale. Tondelli sottolinea come ci sia una discrepanza tra quello che succede in Iran e quello che viene descritto nei media occidentali. Tondelli sostiene che questo fenomeno accade perché molto spesso chi ci racconta l’Iran sono Iraniani esuli, che non vivono più nel loro territorio:
Lo zio marxista di Marjane forse direbbe che abbiamo perso la coscienza di classe, e che ci siamo dimenticati che anche l’obbligo del velo è una sovrastruttura. Che le donne smetteranno di indossarlo quando conquisteranno un potere contrattuale che nella società iraniana ancora non hanno, e che conseguiranno quest’ultimo dopo aver conquistato il lavoro e il diritto di voto: perlomeno nelle nostre campagne è andata così. Allo zio, però, potremmo rispondere che le cose si sono rivelate più complesse; per esempio si è scoperto che la Storia non va necessariamente in una direzione. Si pensava che una rivoluzione sociale diretta dal clero sciita fosse un controsenso, ma è un controsenso che va avanti da 40 anni, ormai. Forse più che di progresso bisogna parlare di adattamento all’ambiente, e che finché funziona, il regime degli ayatollah ha dimostrato di sapersi adattare.
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