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Denunciare un caso di frode scientifica è diffamazione?

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(NdR: radioso capitolo secondo de La professoressa che studiava l’onestà e l’accusa di falsificare i dati.)

Kelsey Piper su Vox discute della causa intentata da Francesca Gino ad Harvard e ai tre ricercatori di Data Colada che hanno denunciato le sue presunte frodi scientifiche.

Gino ha citato in giudizio i tre ricercatori che hanno pubblicato i post sul blog che segnalavano la presunta manipolazione dei dati, chiedendo «non meno di 25 milioni di dollari». La sua argomentazione è che, a causa delle accuse di frode, la sua reputazione professionale ne esce intaccata e per questo ha perso molti guadagni.

Gino sembra non avere molte possibilità di vincere la causa, ma, secondo l’autrice, questo potrebbe non essere il suo obiettivo:

La verità vale sempre come difesa per vincere le denunce per diffamazione. Ma la causa può comunque danneggiare in modo sostanziale gli imputati, anche se i tribunali dovessero stabilire che hanno effettivamente detto il vero. «Il sistema è talmente guasto… che un caso del genere può costare centinaia di migliaia di dollari e protrarsi per anni», mi ha detto White. «Realisticamente, c’è il rischio di finire in tribunale, e anche vincendo ti ritrovi rovinato».

«Il processo», ha aggiunto, «è la pena».


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