A cura di @Andrea A..
Oggi si vota per le politiche in Turchia, elezioni dalle quali si delineerà, senza voler esagerare, il futuro del paese e, probabilmente, di parte del Medio Oriente; le seguiamo con un liveblog (sempre a cura di @AndreaA.), a partire dalle 16.
Un riassunto della situazione politica in Turchia
Il partito di governo è l’AKP, fondato da Recep Tayip Erdogan (RTE per brevità), che guida il paese ininterrottamente dal 2002. Il primo ministro è Ahmet Davotoglu, premier da agosto 2014 dopo che RTE ha vinto le prime elezioni presidenziali della storia della Turchia. L’AKP (partito della giustizia e dello sviluppo) è un partito liberale (in Italia lo definiremmo di centrodestra) moderato islamista che ha goduto di un ampio credito dovuto principalmente alla forte crescita economica.
Negli ultimi anni c’è stata una trasformazione dell’AKP da partito liberale a partito di ispirazione religiosa più marcata e non sono mancati forti attacchi (effettuati da RTE in primis) alle basi democratiche del paese.
I principali partiti di opposizione sono 3, il CHP, erede della tradizione laica di Atatürk, membro dell’internazionale socialista, il MHP, partito espressione della destra nazionalista e l’HDP, novità nel panorama politico turco, partito espressione della minoranza curda.
La Turchia oggi ha un serissimo problema di libertà di stampa, è stabilmente tra i paesi più in basso nelle classifiche mondiali di RSF, ciclicamente i social network vengono oscurati in seguito a qualche protesta e lo scontro è passato da politico a, qualche volta, fisico. Nelle ultime settimane ci sono stati molti scontri in occasione dei comizi (circa 200) di cui 168 hanno colpito l’HDP. L’ultimo è stato a Diyarkbakir (città a maggioranza curda nell’est della Turchia) dove durante un comizio dell’HDP, poco prima che Selattin Demirtas (il giovane segretario del partito, astro nascente della politica turca) prendesse la parola, sono esplose due bombe uccidendo 4 persone e ferendone 12.
In Turchia il sistema è molto simile a quello italiano, repubblica parlamentare con presidente della repubblica con poteri per lo più “simbolici”. L’unica differenza è data dall’elezione diretta del presidente della repubblica, inserita con un emendamento in costituzione.
Da quando è stato eletto presidente, però, RTE ha secondo molti abusato dei suoi poteri continuando di fatto a governare il paese e nelle ultime settimane si è speso molto per la campagna elettorale trasgredendo il ruolo di garante imparziale della costituzione.
Per una rappresentazione grafica delle informazioni riguardanti le elezioni, ecco un’infografica dal quotidiano turco Hurriyet.
Gli ultimi sondaggi
I sondaggi sono stati vietati nei 10 giorni prima delle elezioni però le previsioni più attendibili danno l’AKP tra il 38 e il 42%, il CHP tra il 25 e il 28%, il MHP attorno al 15-18% e l’HDP all’11-12%. Il sistema turco, unico al mondo, ha una soglia di sbarramento del 10%, introdotta dai militari dopo il colpo di stato nel 1980 per evitare che i partiti islamisti e curdi entrassero in parlamento.
La vittoria dell’AKP sembra non essere in discussione, la questione è quanti seggi conquisterà in parlamento, quindi se potrà realizzare un governo monocolore e se raggiungerà il vero obiettivo delle elezioni, ottenere i 2/3 dei seggi e cambiare la costituzione ed introdurre un
presidenzialismo più spinto.
La questione quindi verte tutto sul fatto se l’HDP passi o no la soglia di sbarramento: in caso negativo i voti verrebbero ripartiti in maniera proporzionale tra gli altri partiti dando così sicuramente la maggioranza semplice all’AKP o addirittura quella dei 2/3.
In caso di mancata maggioranza semplice dell’AKP sono aperti gli scenari più vari, i più plausibili dei quali sono un’alleanza CHP+MHP (numeri permettendo), un’alleanza HDP+AKP o una coalizione AKP+MHP.
Sulle elezioni pesa la questione dei brogli elettorali, le ultime esperienze delle amministrative del 2014 non invitano alla speranza, a differenza degli ultimi anni però la società civile si è mobilitata maggiormente e i seggi sono presidiati dai volontari di un’associazione chiamata Oy ve Otesi (Voto e oltre) che controllano il regolare svolgimento delle operazioni.
Gli eventi delle ultime ore
Nonostante gli occhi puntati in mattinata si sono registrate numerose irregolarità: si parla di urne contenenti schede già votate in un quartiere di Istanbul, di rappresentati di lista dell’HDP minacciati a Edirne e Mus, di un poliziotto a Istanbul è stato trovato in possesso di centinaia di schede votate e di una rissa con 15 feriti fuori un seggio.
Nel 2014 si parlò di elezioni truccate per vari motivi: ad Ankara il sindaco (AKP) vinse nonostante in alcune sezioni avessero votato il 120% degli aventi diritto, durante lo spoglio nei seggi ritenuti caldi fu staccata la luce (il governo diede la colpa a un gatto che avrebbe
fatto andare in cortocircuito un trasformatore), furono ritrovate moltissime schede buttate o bruciate nei bagni delle scuole o nei cestini, fu conteggiato un numero enorme (20%) di schede nulle o bianche e i principali siti di opposizione furono tutti misteriosamente irraggiungibili
durante lo spoglio.
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