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Hillary Clinton e la lotta dei femminismi

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Su suggerimento di @HugoFiala

Camille Paglia, su Salon, scrive questo lungo articolo in cui affronta diverse tematiche relative alla candidatura di Hillary Clinton a Presidente degli Stati Uniti, partendo dalla inaspettata vittoria di Sanders nel New Hampshire. Paglia ricerca i motivi del fallimento di Clinton nell’uso smodato di una retorica femminista “anti-maschile”, a suo avviso dovuta al supporto di Gloria Steinem e Madeleine Albright. Sostiene inoltre la tesi che la Clinton abbia ricevuto gli incarichi passati (Senatrice e Segretario di Stato) da uomini “in quanto donna”, e non sia stata all’altezza del ruolo affidatole infilandosi

“into one disastrous fiasco after another, escalating the destabilization of North Africa and the Mideast”

e conclude:

For nearly 25 years, Hillary Clinton, with her simmering subtext of contemptuous bitterness about men, has been pushed along and protected by a host of powerful women journalists in print and TV, Steinem chums or sympathizers who have a lot to answer for. Charmed by Hillary in their exclusive dinners and private chitchats, they encouraged her presidential ambitions. But after two national campaigns, it should be obvious that Hillary has no natural instinct or facility for understanding and communicating with the public on the scale that the presidency demands. Sexism has nothing to do with it.

Per comprendere meglio il personaggio di Camille Paglia, qui un’intervista a Tempi.

Immagine da flickr


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