A cura di @francisco quintay.
Un articolo su The New Yorker dedicato alla mostra su Alphonse Mucha: Art Nouveau / Nouvelle Femme a New York.
Intorno a Natale del 1894, l’attrice Sarah Bernhardt chiamò Maurice de Brunhoff, la direttrice di Lemercier, una casa editrice di Parigi che produceva i suoi poster promozionali. Bernhardt è stata una dei più famosi intrattenitori in Europa, in parte grazie al suo talento per l’autopromozione. Aveva bisogno di un poster per il suo spettacolo “Gismonda”, che stava per ritornare in scena. La maggior parte degli illustratori di Lemercier erano in vacanza, quindi l’incarico ricadde su Alphonse Mucha, un emigrato ceco. Mucha disegnò un poster lungo e stretto, pieno di morbidi pastelli e accenti dorati, evitando i colori audaci tipici dell’epoca. Bernhardt, vestita nello stile della nobiltà bizantina, era fiancheggiata da spazi bianchi, come se fosse uscita dall’etere. Il suo cognome si ergeva sopra la sua testa, come un’aureola.
Il poster ha reso iconica Bernhardt. I parigini erano abituati a vedere i manifesti nelle strade e nei negozi, nei teatri pubblicitari e nei cabaret, nei circhi e nei libri, nei biscotti e nei saponi. Ma il poster di “Gismonda” di Mucha sorprese i passanti e li rese bramosi. Alcune persone corruppero gli attacchini responsabili dell’affissione dei poster. Altri semplicemente li staccarono dai muri.
Dopo che Bernhardt ordinò altri 4000 poster, Mucha era diventato famoso.
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