A cura di @Lowresolution.
Prendendo spunto dal referendum sull’autonomia delle regioni del nord, il professor Alberto Brambilla analizza il bilancio entrate e uscite a livello regionale. Dati alla mano, ne esce una fotografia piuttosto prevedibile e preoccupante: nel 2012 il Nord ha prodotto un surplus tra entrate e uscite (residuo fiscale) di 94 miliardi, il Centro di 8 e il Sud ha presentato un deficit di oltre 63 miliardi. Un deficit pesante sopratutto sul piano delle pensioni. Per riportare il deficit sotto controllo, occorre che tutte le Regioni arrivino almeno al 75% di autosufficienza.
“Prendiamo ad esempio i versamenti di contributi all’Inps che per il 2015 ammontano a 134,823 miliardi, di cui il 63,54% proviene dalle 8 regioni del Nord, il 20% dalle 4 regioni del Centro e il 16,44% dalle 8 regioni del Sud; le uscite per prestazioni sono pari a 176,947 miliardi, con il Nord che assorbe il 55,86% del totale, il Centro 19,74% e il Sud che con il 24,40% presenta uscite quasi doppie rispetto alle entrate. Ogni cittadino del Nord versa 3.086 euro di contributi contro i 2.236 del Centro e i soli 1.008 del Sud. Calcolando il saldo pro capite, in rapporto alla popolazione lo Stato, per il solo sistema pensionistico, trasferisce ad ogni abitante del Sud oltre 1.000 euro l’anno contro i 658 del Centro e i 474 del Nord. Il caso estremo è la Calabria dove a fronte di 100 euro incassati per pensioni se ne pagano 36 (erano 26 nel 1980). Se oltre ai contributi previdenziali calcoliamo nei bilanci regionali le entrate fiscali dirette e tutte le spese per welfare (pensioni, assistenza, invalidità e sanità), emerge che il Nord produce un attivo di 27,18 miliardi, il Centro di 3,75 miliardi mentre il Sud assorbe 36,36 miliardi, cioè l’intero attivo di Nord e Centro più circa 1/5 dell’Ires (6 miliardi di euro).”
Commenta qui sotto e segui le linee guida del sito.