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I filistei (quelli veri) [EN]

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Sulla rivista Archaeology, pubblicazione dell’Archaeological Institute of America, Ilan Ben Zion pubblica un resoconto dei più recenti risultati delle ricerche archeologiche relativi al popolo dei Filistei, restituendo un’immagine ben diversa da quella tradizionale e biblica, che li vede essenzialmente come nemico per antonomasia del popolo degli ebrei.

Fino a quando gli archeologi non iniziarono a scavare nelle città della Pentapoli, nota anche come Filistea, i filistei erano ampiamente conosciuti grazie al lavoro degli scribi che iniziarono a scrivere i libri della Bibbia ebraica centinaia di anni dopo che i Popoli del Mare raggiunsero il Levante. Questi scribi consideravano i filistei gli acerrimi nemici pagani e non circoncisi degli israeliti, che combatterono contro alcune delle figure più importanti della Bibbia.

Da trent’anni a questa parte quattro delle cinque città della Pentapoli filistea sono state abbondantemente scavate: Ashdod, Ashkelon, Ekron e Gath; quest’ultima, in particolare, ha permesso di raccontare in modo più sfumato l’origine dei filistei, che potrebbe risiedere in una serie di migrazioni di massa piuttosto che in ondate di conquiste.

“Maeir e molti dei suoi colleghi suggeriscono che i filistei fossero un gruppo eclettico e multietnico di migranti, non un’orda uniforme di invasori. Crede che sia probabile che provenissero da varie località del Mediterraneo orientale e si siano trasferiti nel Levante per molti decenni tra la fine del XIII e la metà del XII secolo a.C. Si stabilirono, per lo più pacificamente, tra i cananei locali, creando una distinta cultura ibrida che durò per gran parte dell’età del ferro. “Quello che abbiamo imparato sulla cultura filistea a Gath”, dice Maeir, “è che il processo delle sue origini, formazione, trasformazione e sviluppo è molto più complesso di quanto si pensasse inizialmente”.


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