In un articolo del sito vdnews.tv si discute quella che potremmo chiamare “recessione sessuale”: si sta avendo infatti in molte parti del mondo una riduzione dell’attività sessuale, in particolare fra i giovani. L’articolo pubblica un paio di studi a riguardo, e tenta di indagarne le origini più profonde.
Uno studio pubblicato su Archives of Sexual Behavior ha analizzato l’attività sessuale di due gruppi composti da oltre 4mila persone statunitensi. Ne è emerso che, negli ultimi dieci anni la percentuale di adolescenti che non hanno avuto esperienze sessuali è aumentata dal 28,8% al 44,2%. Anche tra le ragazze la percentuale è aumentata, dal 49,5 al 74%.
Un altro studio, realizzato dall’Istituto milanese Mario Negri, pubblicato a ottobre 2021 sul Journal of Epidemiology, ha mostrato che il 27% di più di 6mila soggetti in Italia ha diminuito l’attività sessuale durante i lockdown. Solo l’8% ha riferito di un incremento. «Se l’interruzione degli spostamenti e l’obbligo di distanziamento sociale hanno soprattutto limitato la vita sessuale dei single, la paura del contagio, i sentimenti generalizzati di ansia e di tristezza, la presenza dei bambini a casa sono tra i probabili fattori alla base di questo importante decremento nei partner conviventi».
Le soluzioni proposte nell’articolo sono le consuete: educazione sessuale e rivolgersi agli specialisti.
«Mai come oggi la riapertura delle scuole in presenza è cruciale per far emergere i giovani dalla vita in remoto in cui sono annegati a causa del Covid», aveva affermato a settembre il dottor Alessandro Palmieri, presidente della Società Italiana di Andrologia, presentando i dati di uno studio su sesso e adolescenti. «È fondamentale che i ragazzi imparino a rivolgersi allo specialista della sessualità maschile per aver informazioni corrette». Secondo gli specialisti Sia, inoltre, «l’educazione alla salute sessuale nelle scuole gioca un ruolo primario nello sviluppo di una sana sessualità negli adolescenti.
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