Su suggerimento di @Davide Brancato

Da Il Foglio leggiamo la recensione di un libro appena uscito negli Stati Uniti, Chaos Monkeys. L’autore Antonio García Martínez prende miti e aspetti positivi dell’epica della Silicon Valley e li ribalta, fornendoci un’altra versione della storia.

Prendete la versione edulcorata e stereotipata del ragazzo nemmeno ventenne che ha appena abbandonato il college e scrive codice in un garage fino a diventare un multimiliardario a colpi di genialità e idee rivoluzionarie. Buttatela, era già vecchia e superata anni fa. Prendete anche la versione 2.0 di questa favola, quella del genio tormentato e monomaniaco, spietato ma dotato di un senso della giustizia numinoso, capace di manovrare verso la via del successo non senza sotterfugi, ma con la mente fissa a un obiettivo più grande di lui e di noi.
Questa versione del mito della Silicon Valley si trova in alcune delle biografie più recenti di Steve Jobs, e per esempio nella costruzione mitologica che Elon Musk sta facendo di se stesso. Buttate anche questa.

Degli aspetti oscuri della zona dell’innovazione americana avevamo parlato in un articolo sui senzatetto della Silicon Valley e in un pezzo che ne criticava il modello economico.

Immagine da Wikimedia Commons.