Christian Raimo (docente di scuola superiore) e Luca San Mauro (ricercatore) contestano su Internazionale i test di logica presenti nei test di ingresso per le facoltà a numero chiuso per la loro autoreferenzialità.
L’ambizione, probabilmente, è quella di catturare un’ipotetica capacità di ragionamento in vitro, non mediata da reali contesti d’uso, siano linguistici o matematici.
È una pretesa smisurata e forse ottusa; in ogni caso è difficile credere che passi per l’apprendimento di una manciata di regolette irriflessive. Viceversa, analizzando il senso di questi esercizi ci può perfino convincere che l’abilità di risolverli dipenda principalmente dalla disponibilità di tempo e risorse che l’esaminato può destinare ai libroni dei test, a eventuali ripetizioni, o addirittura ai corsi di preparazione appositi (un altro giro d’affari da milioni di euro).
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