A cura di @Festina Lente.
Il secondo dei quattro articoli di Leonid D. Bershidsky per la sua rubrica per Bloomberg View è dedicato al discorso sullo stato della nazione del Presidente della Federazione Russa. L’autore ci presenta un Putin che può mostrarsi sicuro di sé e si trova in una posizione più solida rispetto a quella di molti leader occidentali. Evitate le tendenze populiste, talora auto-distruttive, e le tensioni inter-etniche e sociali che affliggono molti Paesi occidentali, superata la recessione, ottenuta una maggioranza schiacciante nella Duma, sufficiente a cambiare la Costituzione federale, sia pure con un’alta astensione e dopo una grigia campagna elettorale, il Presidente espone un ambizioso piano economico che per il 2019–2020 dovrebbe portare ad una crescita superiore alla media mondiale. Fra i punti salienti del programma, una riforma del sistema fiscale più orientata al mercato (oltre alla probabile ulteriore riduzione del welfare), un programma di miglioramento del sistema stradale nelle grandi città, il completamento del ponte sullo stretto di Kerch, e la riconversione di parte dell’apparato militare-industriale nella produzione high tech civile.
(Per maggiori informazioni sulle prospettive dell’economia russa, si vedano questa analisi di Aleksashenko su The National Interest di alcuni mesi or sono e questa più recente dello stesso autore per IMR – Institute of Modern Russia)
Immagine da Wikimedia Commons.
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