A cura di @NedCuttle21(Ulm).
Un articolo di Left critica l’attuale posizione del M5S sulla vendita di armi italiane a paesi come l’Arabia Saudita, considerandola opposta rispetto a quella che a tal riguardo era l’opinione prevalente tra i grillini fino a prima che si formasse il governo giallo-verde.
Giugno 2017, pochi mesi prima delle ultime elezioni politiche. Il Movimento 5 stelle dichiarava: «Da anni denunciamo l’esportazione illegale di armi alla coalizione saudita impegnata nella guerra civile in Yemen. Il Ministro Pinotti (allora titolare della Difesa, ndr) deve rispondere!». Alle (giuste) richieste di allora del Movimento nessuno rispondeva, tanto che pochi mesi dopo, a settembre, la mozione presentata alla Camera dei Deputati da ben 12 parlamentari M5s (prima firmataria Emanuela Corda) che chiedeva l’embargo di armi verso l’Arabia Saudita, venne bocciata dall’allora Parlamento a maggioranza Pd. Cos’è cambiato da allora? Nulla, se non il fatto che il Movimento dall’opposizione è emigrato in maggioranza. Avrebbe i mezzi per frenare questo massacro. E invece, di fatto, non muove un dito. […] nel silenzio più totale alcuni giorni fa una nave della Marina è partita per partecipare negli Emirati Arabi a Idex (International maritime defence exhibition & conference), una sorta di convention armata, dove le più grandi aziende del settore pubblicizzano mezzi e sistemi militari. Nella lista degli espositori di Idex compaiono ben 31 aziende nostrane, da Leonardo a Fincantieri, da Hacking team fino a Mbda passando per Fiocchi. A quanto pare, dunque, non esiste guerra sanguinosa in grado di fare da deterrente agli affari. Anche quando a rimetterci la vita sono bambini, come nel caso delle 85mila piccole vittime della guerra in Yemen, di cui sono responsabili gli stessi Emirati insieme all’Arabia Saudita.
Commenta qui sotto e segui le linee guida del sito.