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Il Pakistan nella Guerra russo-ucraina

Il Pakistan nella Guerra russo-ucraina

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Times of India fa un resoconto di una fuga di notizie sulle pressioni subite dal Pakistan nell’ottica dell’invasione russa dell’Ucraina.

Il documento, svelato da The Intercept, dà una nuova prospettiva sulla sfiducia al presidente Imran Khan e i dubbi correnti sull’effettiva data per le elezioni politiche (in “scadenza” per l’8 novembre 2023, ma oramai certamente destinate a tenersi al più presto al 2024).

Secondo la ricostruzione Khan, che all’inizio del conflitto espresse una linea di «neutralità aggressiva» verso la Russia, è stato sfiduciato grazie all’interessamento degli Stati Uniti, tramite la pressione dell’esercito pakistano per organizzare un voto di sfiducia. Il Pakistan produce munizioni adatte all’esercito ucraino, e dopo l’uscita di scena di Khan ha firmato un contratto di fornitura con la Global Ordnance. La contropartita sarebbe stata lo sblocco di una tranche di finanziamenti dal Fondo Monetario Internazionale.

Il Pakistan sta avendo difficoltà a gestire questo finanziamento e le relative condizioni (i tassi in Pakistan sono circa al 20%), oltre ad una situazione politica difficile, tra lo sconforto dei sostenitori di Khan:

«La premessa è che dobbiamo salvare l’Ucraina, dobbiamo salvare questa frontiera della democrazia sul perimetro orientale dell’Europa», ha detto Rafiq. «E poi questo Paese dalla pelle scura dell’Asia deve pagarne il prezzo. Così noi possiamo essere una dittatura, al nostro popolo possono essere negate le libertà per le quali ogni altra persona in vista in questo Paese dice che dobbiamo sostenere l’Ucraina — la capacità di scegliere i nostri leader, le libertà civili, lo stato di diritto, tutti queste cose che rendono diversi molti Paesi europei e democrazie consolidate dalla Russia».


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