Su suggerimento di @HugoFiala
Esiste una “Questione tedesca” 2.0? Se sia il caso di ragionare ancora oggi in termini di “questione tedesca” è l’interrogativo che Hans Kundnani pone al centro del suo libro “The Paradox of German Power”. Spiegel ha intervistato l’autore su questo tema e sugli effetti per l’Europa.
Ma già nel 1990, Jürgen Habermas scriveva del “nazionalismo del marco tedesco”. Secondo la mia opinione, ora si può parlare di un nuovo nazionalismo economico, che rende difficile la soluzione della crisi dell’euro da parte della Germania. Il paese è in un dilemma. Molti economisti ritengono che si possa risolvere la crisi dell’euro solo attraverso un allineamento simmetrico nell’eurozona: I paesi della cosiddetta periferia avrebbero dovuto essere più competitivi, e la Germania meno. Ma ciò non può funzionare proprio perché l’economia tedesca è molto dipendente dalle esportazioni, e vuole mantenere la sua competitività al di fuori dell’Europa. Invece di perseguire una crescita più equilibrata e rafforzare la domanda interna, la Germania ha difeso con il coltello fra i denti il suo surplus delle partite correnti.
Qui trovate anche un’analisi della situazione tedesca fatta da Hans Kundnani (in inglese) per il numero di gennaio-febbraio 2015 della rivista Foreign Affairs
Germany has always had a complex relationship with the West. On the one hand, many of the political and philosophical ideas that became central to the West originated in Germany with Enlightenment thinkers such as Immanuel Kant. On the other hand, German intellectual history has included darker strains that have threatened Western norms – such as the current of nationalism that emerged in the early nineteenth century. Beginning in the latter half of the nineteenth century, German nationalists increasingly sought to define Germany’s identity in opposition to the liberal, rationalistic principles of the French Revolution and the Enlightenment. This version of German nationalism culminated in Nazism, which the German historian Heinrich August Winkler has called “the climax of the German rejection of the Western world.” Germany, therefore, was a paradox: it was part of the West yet produced the most radical challenge to it from within.
Immagine by Tobias Koch (OTRS) [CC BY-SA 3.0], via Wikimedia Commons
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