Su suggerimento di @Humù.
Un frammento del Corano, appartenente alla collezione Mingana della Cadbury Research Library dell’Università di Birmingham, è stato datato col carbonio 14 fra il 568 e il 645 d.C. (in italiano su Focus).
Il frammento contiene parti delle Sura 18-20 ed è scritto in Hijazi, un’antica forma della scrittura araba.
Secondo la tradizione islamica, il Profeta Maometto ricevette le rivelazioni alla base del Corano fra il 610 e il 632 (anno della sua morte). Le rivelazioni però non vennero scritte subito, ma vennero tramandate a voce, finché il Califfo Abu Bakr decise di metterle per scritto. La forma finale del Corano fu completata intorno al 650 sotto indicazioni del Califfo Uthman.
La datazione della pergamena usata nel frammento indica che l’animale da cui fu prodotta era contemporaneo del Profeta Maometto, rafforzando l’idea che il testo del Corano sia cambiato di pochissimo nel corso dei secoli.
Un articolo sull’Independent riporta le conseguenze di tale ritrovamento.
Da una parte c’è chi dice che una datazione così antica porrebbe dubbi sull’originalità del testo, in particolare se si considera il range inferiore della datazione (568): in questo caso, il frammento sarebbe antecedente alla nascita del Profeta Maometto e quindi “Maometto e i suoi primi seguaci adattarono un testo già esistente alla loro agenda politica e teologica” (Dr Keith Small, dell’Università di Oxford).
Dall’altra parte, invece, il fatto che nel manoscritto ci sia una divisione in Sure indica che il frammento faceva parte di una versione intera del Corano: “Verso la metà del settimo secolo, ci fu una grande espansione al di fuori della penisola Araba, spiegata in parte da fattori religiosi. Come si spiega il ritardo fra la comparsa di un testo religioso nel 570 e l’espansione da esso causata 60 anni dopo?” (Prof. David Thomas dell’Università di Birmingham).
Nuovi test sul frammento, in particolare sull’inchiostro, sono stati pianificati.
Il manoscritto sarà visibile all’Università di Birmingham fra il 2 e il 25 Ottobre.
Immagine da Wikimedia Commons.
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