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Cibo, forma fisica e studi sull’alimentazione

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Su suggerimento di @namelotron e @Akiro

Un articolo su Quotidiano sanità sembra smentire il paradosso secondo il quale essere sovrappeso avrebbe un’influenza sulla longevità. Lo studio originale è pubblicato su The Lancet su cui è stato pubblicato anche un primo commento scettico.

Il New York Times torna però sul tema della scarsa affidabilità degli studi sugli effetti sulla salute di dieta e esercizio. La quantità di ricerche nel campo è vastissima ma queste sono spesso di bassa qualità e la mancanza di uniformità dei vari studi su cosa, come, e per quanto misurare fa si che i risultati si conformino alle aspettative dei ricercatori. Come sostiene John Ioannidis della Stanford University: “I can get you any result you want in any observational data set”.

The problem is one of signal to noise. You can’t discern the signal – a lower risk of dementia, or a longer life, or less obesity, or less cancer – because the noise, the enormous uncertainty in the measurement of such things as how much you exercise or what exactly you eat, is overwhelming. The signal is often weak, meaning if there is an effect of lifestyle it is minuscule, nothing like the link between smoking and lung cancer, for example.

Sempre in tema di alimentazione, Martìn Caparròs su Internazionale parla di come nella società odierna il cibo sia diventato un’ossessione.

Mangiamo come non mai, ma non lo sappiamo, o comunque riusciamo a dimenticarcene. Mai come adesso il cibo ha avuto tanto spazio nella nostra vita, tanti significati, tanto peso, e non abbiamo mai mangiato tanto. Per migliaia di anni i nostri antenati hanno avuto con il cibo un rapporto essenzialmente pratico: bisognava nutrirsi, e il problema principale era riuscirci.

 

Immagine da Pexels


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