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Il rapporto di Amnesty che accusava l’Ucraina è stato bocciato da un team di revisori indipendenti

Il rapporto di Amnesty che accusava l’Ucraina è stato bocciato da un team di revisori indipendenti

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Il 4 agosto dello scorso anno Amnesty International pubblicava un report in cui denunciava le forze armate ucraine di aver messo in pericolo i civili posizionando possibili obiettivi militari tra loro, nonostante ci fossero «alternative disponibili, come basi militari, aree densamente boscose o altre strutture più lontane».
Investita da contestazioni e critiche, la ONG commissionò una revisione indipendente del rapporto. Il documento boccia Amnesty International.

A darne notizia è stato il New York Times in un articolo pubblicato il 27 aprile 2023, allegando la revisione di 18 pagine stilata da un gruppo di cinque esperti di diritto umanitario. Ovvero Emanuela-Chiara Gillard (Università di Oxford), Kevin Jon Heller (Università di Copenaghen), Eric Talbot Jensen (Brigham Young University), Marko Milanovic (Università di Reading) e Marco Sassòli (Università di Ginevra). Secondo la sintesi riportata dalla testata americana, i revisori assolvono in parte Amnesty International in quanto è pur sempre loro dovere quello di valutare se anche l’aggredito, in questo caso l’Ucraina, abbia commesso illeciti e crimini di guerra. Ma «a condizione che vi siano prove sufficienti di tali violazioni». Di fatto, il gruppo di revisori ha concluso all’unanimità che le contestazioni rivolte contro l’Ucraina «non erano sufficientemente provate». E che la narrazione proposta risulta «scritta con un linguaggio ambiguo, impreciso e per certi versi legalmente discutibile».

Il New York Times rivela che, in base a quanto riferito da una persona informata sui fatti, Amnesty International avrebbe fatto pressioni sulla giuria per ammorbidire la revisione che in un prima stesura risultava molto più dura nei confronti della ONG. Non solo, il documento finale venne consegnato dai revisori a inizio febbraio 2023, senza renderlo pubblico e facendolo circolare solo internamente. Di fatto, a rendere noto pubblicamente il documento è stato l’articolo del New York Times mettendo probabilmente Amnesty con le spalle al muro. Come annunciato via Twitter da Kevin Jon Heller, uno dei revisori del rapporto, il documento è stato pubblicato sul sito della ONG solo il 28 aprile 2023.

Ne scrive David Puente su Open.


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