A cura di @NedCuttle21(Ulm).
L’Unesco ha aggiunto la musica reggae alla lista dei beni immateriali dell’umanità. Ne parla un articolo pubblicato su Repubblica.
Il comitato speciale dell’organizzazione, riunito a Port-Louis, capitale delle Mauritius, ha sottolineato la forza di quella musica alla presa di coscienza internazionale “sulle questioni di ingiustizia, resistenza, amore e umanità” per merito non solo del più famoso dei suoi esponenti, Bob Marley, che fece conoscere al mondo il caratteristico groove che connota il reggae, ma di moltissimi altri colossi del genere, come Peter Tosh.
Un articolo pubblicato su Lettera 43 ripercorre la storia del reggae, il genere musicale nato in Jamaica negli anni ’60.
Bob Marley come Bob Dylan, il reggae come il rock: i riconoscimenti assoluti, imperituri si aprono alle musiche popolari, le nobilitano di intenti universali. La decisione dell’Unesco appena presa a Port-Louis, capitale delle Mauritius, di riconoscere il reggae come «patrimonio mondiale immateriale dell’umanità» è apertamente politica, vertendo il genere, come è stato sancito, «sulle questioni di ingiustizia, resistenza, amore, umanità».
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