Su suggerimento e a cura di @s1m0n
A un anno dalla celebre frase di Angela Merkel “ce la facciamo” con cui di fatto apriva la Germania al crescente flusso di migranti dal medio oriente, il quotidiano Der Spiegel prova a fare un bilancio di cosa ha funzionato e cosa no. Ecco alcuni dei molti dati che l’articolo cita:
- Sono circa 1 milione le persone entrate in Germania lo scorso anno. Il numero di immigrati sta diminuendo, mentre resta in crescita quello dei richiedenti asilo. La procedura di richiesta è stata snellita assumendo quasi 5000 dipendenti statali, che hanno processato oltre 330.000 richieste; ciononostante il numero di richiedenti asilo ancora in attesa di risposta resta molto alto, oltre mezzo milione.
- Gli alloggi temporanei (palestre, magazzini) si stanno vuotando e si stanno riempiendo quelli a lungo termine. Il governo ha sbloccato fondi per la costruzione di alloggi popolari indirizzati agli immigrati, triplicando il budget previsto. Ciononostante nelle grandi città la situazione resta complicata e solo a Berlino ci sono circa 23.600 immigrati ancora senza alloggio
- L’organizzazione dei corsi che dovrebbero aiutare l’integrazione dei richiedenti asilo è appena agli inizi, ma sembra assumere dimensioni considerevoli: attualmente mancano risorse, principalmente insegnanti, per oltre 200.000 partecipanti, destinati a salire nei prossimi mesi fino a mezzo milione. Lo stato dovrà assumere almeno altri 20.000 insegnanti, oltre ai 12.000 già assunti finora; recentemente, lo stipendio base per questa mansione è stato alzato. Altri 9.000 insegnanti saranno necessari per i bambini che hanno iniziato e inizieranno la scuola dell’obbligo. L’accesso ai corsi è riservato a coloro che hanno ottenuto l’asilo o comunque hanno intenzione di restare nel paese
- Il mercato del lavoro sembra non aver recepito i primi programmi federali per promuovere l’occupazione: i posti ricoperti sono solamente nell’ordine delle centinaia. Come per i corsi, anche questi vantaggi sono riservati solo a chi ha ottenuto asilo o ha come prospettiva un soggiorno prolungato. Fra queste persone, che sono circa 300.000, solo 172.000 si sono dichiarati senza lavoro. La quota di giovani è alta, quindi c’è la speranza che formazione e integrazione migliorino le possibilità di chi è ancora disoccupato
- La criminalità nel 2015 è aumentata, complessivamente, di circa il 4%. Una consistente fetta dei crimini riguarda reati legati al soggiorno e alla richiesta di asilo; escludendo questi, i livelli di criminalità sono sostanzialmente invariati. Nel primo trimestre 2016 i crimini compiuti da immigrati erano 69.000, diminuiti del 18% rispetto all’anno precedente, e principalmente legati ai crimini contro la proprietà. Nel 2015 sono quintuplicati, rispetto all’anno precedente, i danneggiamenti agli alloggi di immigrati e richiedenti asilo
- Oltre 220.000 persone la cui richiesta d’asilo è stata rifiutata si trovano ancora nel Paese, di questi circa 172.000 hanno ottenuto una deroga: ad esempio perché per ragioni di salute, oppure perché manca una documentazione sufficiente sul paese d’origine per processare la richiesta.
Immagine da Wikimedia Commons
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