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Intervista a Luciano Canfora: “Il fascismo è ancora qui, a sinistra ci vuole un Willy Brandt”

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Umberto De Giovannangeli intervista su Il Riformista lo storico Luciano Canfora, interrogandolo in particolare sulla presenza del neofascismo nella società italiana. A queste sollecitazioni lo studioso risponde:

Su questo ho avuto modo in passato di dire più volte la mia: il fascismo non è mai finito. Non solo perché non è finito in Italia, nonostante tutto, ma perché nel resto del mondo ha prosperato fin dai tempi in cui Francisco Franco offriva le basi spagnole all’America, coccolato dal segretario di Stato John Fuster Dulles. Il fascista Franco è rimasto al potere per altri trent’anni. Dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Per non parlare poi del fascismo sudamericano e di tutto quello che il globo terrestre ci offre e che fingiamo di non vedere, perché alcuni giornalisti puritani si compiacciono della frase “il fascismo è morto nel 1945”. Una frase idiota. Gobetti disse che il fascismo era l’autobiografia della nazione italiana.

Ancora, per Canfora, sarebbe necessario ispirarsi all’operato del Partito socialdemocratico tedesco, e alle iniziative di Willy Brandt per offrire un’alternativa valida al montare della destra radicale.

L’immagine in evidenza, su licenza Creative commons, è tratta da Flickr.


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